8 novembre 2014
Raglio d'asino non sale al cielo
In
una notificazione del 14 ottobre scorso, Mons. Marcello Semeraro, che
amministra la Diocesi Suburbicaria di Albano, ha pensato di dichiarare che la
Fraternità Sacerdotale San Pio X non è “un’istituzione della Chiesa Cattolica”
e che i fedeli non devono frequentarla per non “rompere la comunione con la
Chiesa”.
Molte
cose potremmo chiedere a Mons. Semeraro, guardando dal suo punto di vista.
Potremmo
chiedere se sa che la Fraternità San Pio X è stata eretta con l’approvazione
del Vescovo di Friburgo nel 1970; che la Santa Sede le ha conferito il decreto
di lode nel 1971; se sa che la stessa casa della Fraternità ad Albano, con il
suo Oratorio semipubblico per amministrarvi i sacramenti, è stata eretta
canonicamente con decreto del suo Predecessore Mons. Raffaele Macario il 22
febbraio 1974 (prot. 140/74).
Potremmo
anche chiedergli come concilia le sue proibizioni con le dichiarazioni
ufficiali della Santa Sede, che con risposta della Commissione
Ecclesia Dei del 18 gennaio 2003, diceva che è possibile soddisfare il
precetto della Messa domenicale “assistendo ad una messa celebrata da un prete
della Fraternità San Pio X”; o come pensa che si possa “rompere la
comunione con la Chiesa” andando a Messa dalla Fraternità San Pio X, quando la
stessa Santa Sede non ritiene più fuori dalla comunione nemmeno i Vescovi della
medesima Fraternità; o se pensa che presunte irregolarità
canoniche equivalgano a una rottura della comunione.
Potremmo
ancora chiedergli perché lui, il Vescovo, possa organizzare una veglia
ecumenica nella cattedrale (18 gennaio 2014) per pregare con persone che di
certo non sono “in comunione con la Chiesa Cattolica” come una pastora
evangelica e un vescovo ortodosso (ortodossi cui nel 2009 ha consegnato la chiesa
di San Francesco a Genzano, costruita dai nostri padri per il culto cattolico);
mentre i suoi fedeli non possono pregare con altri cattolici alla Messa
della Fraternità.
Potremmo
chiedergli perché l’apertura di spirito della Diocesi è tanto ampia da includere
il “Primo forum dei cristiani omosessuali”, tenutosi nella Casa dei Padri
Somaschi il 26-28 marzo scorso, ma non chi rimane legato alla Tradizione della
Chiesa cattolica.
Non
attendiamo una risposta su questi punti che mostrano in maniera lampante le
contraddizioni di Mons. Semeraro.
La
Fraternità fonda il suo ministero presso tutti i fedeli proprio sulla necessità
di combattere gli errori contro la fede cattolica romana che sono diffusi nella
Chiesa dagli stessi Vescovi: da quello appena citato dell’indifferentismo
ecumenico, per cui si può dare credito a tutte le religioni come se fossero
tutte vie di salvezza, abbattendo di fatto il Primo Comandamento di Dio, fino
all’adozione di una liturgia che si allontana dall’espressione dei dogmi della
Chiesa Romana per diventare semi-protestante e irriverente. Errori che si
spingono sempre oltre, come si è visto nell’ultimo Sinodo, dove sotto apparenze
di misericordia, si è discusso sulla possibilità di modificare il Sesto
Comandamento e di rinunciare nei fatti all’indissolubilità del matrimonio
cristiano. Lo stato di grave necessità generale, dovuto alla capillare
diffusione di errori contro la fede da parte della gerarchia ecclesiastica,
fonda canonicamente il diritto e il dovere di ogni sacerdote fedele di dare i
sacramenti e un’autentica istruzione cattolica a chiunque lo richieda.
La
Fraternità San Pio X, sull’esempio del suo fondatore, continuerà a trasmettere
integralmente il deposito della fede e della morale cattolica romana,
schierandosi apertamente contro tutti gli errori che vogliono deformarlo, senza
tema di minacce o ingiuste sanzioni canoniche, poiché questo deposito né
Mons. Semeraro, né alcun altro membro della gerarchia ecclesiastica potrà mai
cambiarlo. Come dice San Pietro: “Occorre obbedire a Dio piuttosto che agli
uomini”.
Tutti
coloro che desidereranno ricevere i sacramenti come la Chiesa li ha sempre
amministrati, ricevere un catechismo autentico per i loro bambini, una
formazione per gli adulti, una direzione spirituale e un conforto per i malati
saranno sempre benvenuti.
Il
Distretto d’Italia della Fraternità San Pio X