di Marco Zagni - tratto dal libro: “Gli archeologi di Himmler”
Julius Evola, già nel 1930, ha ben presente il pensiero di Wirth e riesce ad esprimerlo compiutamente in poche righe qui riportate: "Il Wirth, in un'opera ponderosa e molto discussa... ha sostenuto che per spiegare una quantità di convergenze e di corrispondenze di simboli, dati antropologici e filologici, ecc., è necessario ammettere l'esistenza di una razza nordico primordiale, che verso l'Età della Pietra dalle regioni artiche si sarebbe spostata verso il sud, dando luogo alle forme più alte di una civilizzazione di tipo cosmico-solare".
Come possiamo vedere, l'influenza sul pensiero di Wirth da parte dell'opera dell'indiano Tilak, era stata fondamentale: sull'origine "polare" o in ogni caso Nord Europea dei bianchi ariani, si trovavano dunque in sintonia diversi studiosi nel mondo, Evola compreso, il quale però considerava l'insieme delle fonti Tradizionali tramandate segretamente, per via iniziatica, come un elemento di prova addirittura superiore agli elementi circostanziali e scientifici riscontrati dal Wirth nelle sue ricerche.
Abbiamo così, secondo Wirth, una dimora polare, patria primitiva della razza nordica, che aveva sviluppato una sorta di civiltà da "Età dell'Oro" (corrisponderebbe, secondo le ultime ricerche, ad un periodo interglaciale "caldo" collocabile tra il 40.000 ed il 28.000 a.C.).
Qui Wirth riportava una grande quantità di dati geologici, climatici e botanici veramente impressionanti dimostrando come allora, tra i 70 e gli 80 gradi di latitudine Nord, vi era una temperatura media annua paragonabile ad un clima temperato (sui 10 gradi centigradi, contro i 20 sotto zero attuali a quelle latitudini) e che questo territorio aveva incluso anche l'Islanda, la Groenlandia e le Isole Spitzbergen.
Era L'Atlantide polare, Thule, la sacra dimora della prima umanità.
Umanità che quindi, secondo Wirth, era nata in un periodo "Terziario", molto prima dell'arrivo di una fortissima glaciazione (dal 28.000 a.C. - ultima fase del Wurm) che aveva di conseguenza costretto gli abitanti di questo Eden Polare a migrare verso Sud, per costituire più tardi l'Atlantide platoniana che tutti conosciamo (dal 15.000 al 9.000 circa a.C.).
La fine del Wurm, l'innalzamento repentino dei mari, insieme con altre catastrofi naturali (il Diluvio Universale) aveva costretto i superstiti dell'Atlantide ariana ad una diaspora in Europa, Asia, Africa nordoccidentale ed America.
Questo, in sostanza, il pensiero di Herman Wirth.