Nel dicembre 1946 muore Louis Charbonneau-Lassay, studioso di Loudun nato nel 1871. Collezionista di oggetti antichi e rinomato simbolista cristiano, Charbonneau-Lassay era un caro amico di René Guénon (1886-1951). Quest’ultimo raccontò in molte occasioni ai suoi corrispondenti l’eccezionale qualità degli articoli di Charbonneau-Lassay, e questi lo tenne regolarmente informato sull’andamento del suo lavoro.
Nel 1925 Charbonneau-Lassay decise di scrivere una grande opera in più volumi sul simbolismo e l’emblematica di Cristo, progetto al quale dedicò tutta la sua vita. Ecco il progetto iniziale che l’autore aveva redatto, citando progetti per opere mai pubblicate:
La parte consacrata alla Persona del Salvatore nel simbolismo delle varie nazioni cristiane è molto considerevole, molto più di quanto possano credere, a prima riflessione, teologi, storici, studiosi e archeologi cristiani: penetra in profondità in tutti i campi in cui l’attività in cui si sono esercitate le più diverse menti umane.
Questo simbolismo di Cristo è stato imposto alla religione cristiana fin dai suoi primi anni dalla necessità di sfuggire ai suoi persecutori velando la sua dottrina, nascondendo la personalità divina del suo fondatore e l’identità dei suoi membri sotto emblemi dogmatici e segni di riconoscimento noti solo a iniziati, che erano tenuti alla massima discrezione. Questa era quella che veniva chiamata "la disciplina della segretezza", precisata in diversi scritti dell’epoca, in particolare nel Trattato della Gerarchia attribuito a san Dionigi l’Areopagita.
Questo primo volume, il Bestiario di Cristo, tratterà di trentatré quadrupedi, ventinove uccelli, dodici animali acquatici, cinque rettili e undici insetti, più sedici animali satanici, antitesi degli altri; circa ottantacinque capitoli.
Il resto dell’opera comprenderà, se Dio mi dà la vita, in primo luogo il ruolo emblematico e cristico delle Piante, degli Animali, dei fenomeni del Cielo e dell’Atmosfera, e degli emblemi geometrici: questo sarà il secondo volume; sarà composto da almeno cinquantadue capitoli.
Il terzo volume, in sessanta capitoli, tratterà oggetti emblematici, segni grafici, simboli liturgici, l’iconografia di personaggi mitologici, pagani o biblici che sono stati considerati figure di Cristo, infine il simbolo supremo del suo Cuore aperto e radioso.
Ecco come un corrispondente di René Guénon descrisse lo stato degli archivi di Charbonneau-Lassay dopo la sua morte, in una lettera dell’agosto 1947: “Ci sono circa cinquantamila fascicoli, classificati da cinque a seicento titoli diversi e che abbracciano tutto ciò aveva saputo accumulare sull’iconografia cristiana”.
Questi archivi sono stati conservati in un baule da Georges Thomas, un comune amico di Charbonneau-Lassay e René Guénon, una vasta quantità di documenti sul simbolismo e l’emblematica di Cristo, alcuni dei quali sono correlati al simbolismo utilizzato da alcune confraternite ermetico-mistiche della fine del Medioevo (l’AGLA, l’Estolile Internelle), richiamando così l’esistenza della possibilità di un autentico e tradizionale esoterismo cristiano.