L’Antica Alleanza è ancora valida? Gli ebrei devono convertirsi a Cristo? Che cos’è veramente Israele? Chi sono i giudaizzanti? Ha senso parlare di “radici giudaico-cristiane”?
Perché l’Antica Alleanza è stata revocata e gli ebrei hanno bisogno di Gesù per salvarsi.
Il libro di don Curzio Nitoglia mostra gli errori di Ratzinger e Bergoglio riguardo al problema ebraico/talmudico, affrontando, in maniera specifica: la questione del “Deicidio”; il problema se i giudei crocifissori di Gesù sapessero che Egli era Dio; quale sia l’atteggiamento di Dio nei confronti del Giudaismo religione post-biblica dopo il Deicidio; il grave problema di Fede che la Dichiarazione “Nostra aetate” pone alla coscienza dei cattolici fedeli; infine – studiando questi quattro quesiti alla luce della teologia cattolica tradizionale – la questione del giudeo-cristianesimo e dei cristiani giudaizzanti, purtroppo convogliati, autorizzati e spinti a “giudaizzare” tranquillamente da Bergoglio in maniera esplicita e ancor più da Ratzinger in maniera quasi occulta o occultata.
Il 28 ottobre del 1965 venne promulgata la dichiarazione conciliare “Nostra aetate” sui rapporti tra Giudaismo post-biblico o talmudico (ben distinto dal Vecchio Testamento) e Cristianesimo. A partire da essa vi è stata una vera “sovversione” della dottrina cattolica sul tema della contro-religione giudaica-post-cristiana.
Giovanni Paolo II ha fatto di “Nostra aetate” il “cavallo di battaglia” del suo lungo pontificato e l’ha diffusa dappertutto. Egli – appena due anni dopo la sua elezione pontificia – ha dichiarato, alla luce di “Nostra aetate”, che “l’Antica Alleanza non è stata mai revocata” (Discorso di Magonza, 17 novembre 1980) e, sei anni dopo, che “gli ebrei sono fratelli maggiori dei cristiani nella Fede di Abramo” (Discorso alla sinagoga di Roma, 13 aprile 1986).
A partire da queste due asserzioni (oggettivamente contrarie alla fede cattolica), sia Benedetto XVI sia Francesco non solo hanno ribadito i medesimi errori ma – come spiega don Curzio Nitoglia nel suo libro – ne hanno esplicitati dei nuovi (“gli ebrei post-biblici non hanno bisogno di Gesù per salvarsi”), già contenuti virtualmente in esse e in “Nostra aetate”.
La dottrina cattolica insegna, al contrario: 1. che gli ebrei sono fratelli maggiormente separati dei cristiani e non loro fratelli maggiori nella fede; 2. che l’Antica Alleanza è stata rimpiazzata dalla Nuova ed Eterna Alleanza; 3. che tutti gli uomini (ebrei compresi) hanno bisogno di Gesù (unico Redentore universale dell’umanità) per salvarsi.
Infine – nei primi mesi dell’anno 2019 – è stato pubblicato il libro “La Bibbia dell’Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani” con una “Prefazione” a cura di Bergoglio. Subito dopo – verso il mese di aprile del medesimo anno – è uscito un secondo libro sullo stesso tema, intitolato “Ebrei e Cristiani”, scritto da Benedetto XVI in collaborazione col rabbino-capo di Vienna, Arie Folger.
In questi due libri Francesco e Benedetto XVI spargono numerosi errori, se non vere e proprie eresie materiali, riguardo alla Fede nella divinità di Cristo, alla Ss. Trinità, ai rapporti tra Antico e Nuovo Testamento, alla Redenzione universale di Gesù e al dogma “Extra Ecclesiam nulla salus!”.