A tutti coloro che
verranno a conoscenza di questi scritti, frate Gioacchino, detto Abate da
Fiore, augura perpetua salute nel Signore. Come si può vedere dalla lettera del
Papa Clemente che è in nostro possesso, su mandato del Papa Lucio e del Papa
Urbano, mi sono sforzato a scrivere alcune cose e finora non tralascio di
scrivere di ciò che potrà contribuire alla gloria di Dio. E così, grazie
all'ispirazione divina e alla mia intelligenza, ho portato a compimento il
Libro della Concordia (del Vecchio e del Nuovo Testamento) in cinque volumi,
l'Esposizione dell'Apocalisse in otto parti e con i vari titoli, il Salterio dalle Dieci Corde in tre volumi, senza contare altri argomenti che sono
contenuti in piccoli opuscoli sia contro i Giudei sia contro gli avversari
della Fede cattolica. E se, mentre sono in vita, ci potrà essere qualcosa che
sia di edificazione ai fedeli di Cristo e soprattutto ai monaci, non tralascerò
di farlo. Poiché, per la brevità di tempo, non ho potuto finora presentare alla
Sede Apostolica gli opuscoli, eccetto il Libro della Concordia, per essere da
Essa corretti, nel caso quegli scritti, ciò che non nego anche se non ne sono
consapevole, contengano errori da correggere... e poiché è incerto per l'uomo il
numero dei suoi giorni... se mi accadrà di partire da questo mondo prima di
presentare i miei lavori al magistero della Sede Apostolica, secondo l'impegno
da me preso nell'atto di ricevere il mandato di scrivere, prego in nome di Dio
Onnipotente, i miei successori, i priori e gli altri fratelli che vivono nel
timore del Signore e, per quanto è in mio potere, ordino che, conservati gli
esemplari nella biblioteca, mandino all'esame della Sede Apostolica il presente
scritto o qualche copia che avranno con sé e gli opuscoli che secondo il
testamento ho già scritto e gli altri che potrò scrivere fino al giorno della
mia morte, e che accettino dalla stessa Sede a nome mio, la correzione; prego
inoltre che espongano ad Essa la mia devozione e la mia fede. È come sia sempre
pronto ad accettare ciò che Essa stabilì o stabilirà, poiché non intendo
difendere nessuna mia opinione che sia contraria alla Sua Santa Fede, credo integralmente
ciò che Essa crede, accetto la Sua correzione sia in materia di costumi che di
dottrina, rigetto dò che Essa rigetta, ammetto come vero ciò che Essa ammette,
credo fermamente che le porte dell'inferno non prevarranno contro di Essa, ed anche
se nel corso dei tempi potrà essere turbata e sconvolta dalle tempeste, la Sua
Fede non verrà meno sino alla fine del mondo. Io Abate Gioacchino ho redatto
questo scritto e l'ho firmato di mia propria mano nell'anno Milleduecento dell'Incarnazione
del Signore. E professo di rimanere fedele a quanto in esso contenuto.
lo, fratello Gioacchino
Abate Florense