8 dicembre 2016
Un' importante testimonianza
A sostegno della tesi secondo cui non è assolutamente
lecito consegnare l'ostia nelle mani del fedele, il quale provvede da sé a
comunicarsi, ci sembra interessante mettere in evidenza alcuni celebri dipinti
del Tintoretto, dove è raffigurato Nostro Signore Gesù Cristo, che porge
direttamente il pane consacrato sulla bocca dei discepoli.
San Martino (duomo), Lucca
San Giorgio Maggiore, Venezia
San Polo, Venezia
Ai quali va ad aggiungersi "La Comunione degli Apostoli", uno degli affreschi del Beato Angelico che decorano il convento di San Marco a Firenze.
6 novembre 2016
Per non dimenticare
Il 5
maggio 1981, nell’infermeria del carcere di Long Kesh, il ventisettenne
patriota irlandese Robert “Bobby” Sands moriva dopo 65 giorni di sciopero della
fame. Il piccolo Robert aveva vissuto i suoi primi anni d’infanzia insieme alla
sua famiglia, in un quartiere protestante di Belfast Est, dove giocava a rugby
con dei ragazzi protestanti, che lo soprannominarono “Bobby”, e dove il piccolo
ragazzo cattolico vedeva nei poliziotti inglesi degli eroi. Successivamente, si
trasferirono a Twinbrook, un quartiere cattolico nato intorno alla chiesa di
San Luca. Attraverso i racconti di sua madre Rosaleen, il giovane Robert
cominciò ad avere dei dubbi sui suoi presunti “eroi” e a capire la difficile
esistenza dei cattolici nell’Irlanda del Nord. Ecco come Bobby la descrive nei
suoi diari:
“Mia madre mi raccontava le retate di
prigionieri politici, gli assalti armati, i morti o le incursioni all’alba. Con
l’avvento della televisione, però, i racconti di mia madre furono sostituiti
dalle immagini. Le mie idee si confusero: i cattivi descritti da lei erano
sempre i miei eroi televisivi; i soldati inglesi lottavano per la giustizia e i
poliziotti erano invariabilmente bravi ragazzi. Da piccolo io mitizzai le loro
gesta e li imitai nei miei giochi infantili. A scuola imparai la storia, ma era
sempre storia inglese. Poi cominciai a chiedermi perché non insegnavano mai la
storia del mio paese, l’Irlanda”.
Nel 1968,
cominciò a cambiare qualcosa nella vita di Bobby, il contenuto dei telegiornali
mutò e notò come gli “agenti speciali” caricavano la folla per le strade,
bastonando e perseguitando gente come loro. Nell’agosto del 1969, la violenza
scoppiò nelle strade e il suo quartiere sembrò colpito da un “uragano”, come
lui disse.
“Arrivarono gli "speciali", seguiti
da orde di "orangisti" inferociti, e invadevano le nostre strade,
sparavano, incendiavano, saccheggiavano, uccidevano. Non c’era nessuno a
difenderci, allora, a parte i "ragazzi", come mio padre chiamava gli
uomini che proteggevano il quartiere con poche armi antiquate. Poco dopo,
apparvero per le strade strane persone, voci, facce, sotto forma dei soldati
britannici. Non li consideravo più gli eroi della mia infanzia".
Ed è qui
che Bobby, diciottenne, decise di arruolarsi tra i “Provisionals” (la nuova ala
combattente dell’IRA).
“Con mia sorpresa i miei ex compagni di
scuola e i miei vicini divennero i miei camerati e mi aprirono le loro case e i
loro cuori. Imparai subito che senza l’appoggio della popolazione i
repubblicani non avrebbero mai potuto sopravvivere. Nel ’71 passai il mio
ultimo Natale a casa”.
Nell’autunno
del 1972, poco più che diciannovenne, fu arrestato, condannato a tre anni e
mezzo di reclusione per possesso di armi. Nel 1976, quando fu rilasciato, Bobby
era più che mai deciso a battersi per la libertà del suo Paese. Purtroppo, sei
mesi dopo ebbe la sfortuna di essere di nuovo catturato.
“Lo choc del mio nuovo arresto fu enorme per
i miei familiari, ma soprattutto per mia moglie Geraldine che era incinta di
quattro mesi. Fui ritenuto colpevole e condannato ad altri quindici anni. Il
giorno dopo, in carcere, mi denudai e mi sedetti sul pavimento freddo della
cella per protesta contro l’inumanità della galera".
Bobby era
solo un giovane ragazzo di ventitre anni, quando varcò per la seconda volta
l’ingresso del carcere di Maze; era ancora molto giovane ma già portava su di
se i segni indelebili delle vessazioni e delle lotte. Cominciò lo sciopero
della fame il 1 marzo 1981 e morì 65 giorni dopo, nell’infermeria della
prigione di Long Kesh. Era il 5 maggio 1981. Dopo di lui, altri nove volontari
della lotta per la liberazione irlandese lo seguiranno: il 12 maggio muore
Francis Hughes, il 21 dello stesso mese Raymond McResh e Patsy O’Hara, l’8
luglio Joe McDonnel, il 1 agosto Martin Hurson e Kevin Lynch, il giorno dopo
Kieron Doherty, l’8 agosto Thomas McElwee, il 20 dello stesso mese Micky
Devine. Il 3 ottobre, dopo 217 giorni dall’inizio della protesta, lo sciopero
della fame cessò: la commozione era divenuta semplice routine, l’indifferenza
rischiava di vincere sulla sublimazione. Dopo tre giorni, il Governo Britannico
decise di accettare, almeno in parte, le richieste dei detenuti. Ecco quello
che scrisse sul suo diario in carcere Bobby Sands, il giorno della festa di San
Patrizio, mercoledì 17 marzo, un testamento spirituale lasciato in memoria ai
combattenti cattolici irlandesi e al mondo intero, sul tirannico oppressore
inglese in Irlanda del Nord.
“Oggi è la festa di San Patrizio e come al
solito niente di notevole. Sono stato a messa. Con i capelli tagliati stavo
meglio. Non conoscevo il prete che ha detto la messa. Gli inservienti
distribuivano il cibo a tutti quelli che tornavano da messa. Hanno provato a
darmi un piatto pieno. Me l’hanno messo sotto il naso, ma io ho tirato dritto
come se non ci fossero. Oggi ho ricevuto due giornali e, piacevole novità,
c’era l’Irish News. Ad ogni modo ricevo tutte le notizie dai ragazzi. Ho visto
uno dei dottori questa mattina, un tipo sbarbato. Mi sfibra. Il mio peso è di
57,50 Kg. Nessuna lamentela. Il governatore è venuto da me e mi ha detto
aspramente: "Vedo
che stai leggendo un libro breve. Meglio così, se fosse lungo non ci
riusciresti a finirlo". Ecco che gente sono. Maledetti! Non importa. E’
stata una giornata lunga. Pensavo allo sciopero della fame. La gente dice tante
cose del corpo, ma non vi fidate. Io penso che ci sia davvero una specie di
lotta. Prima il corpo non accetta la mancanza di cibo e soffre per la
tentazione del cibo e per altri fattori che lo tormentano in continuazione. Il
corpo reagisce, naturalmente, ma alla fine della giornata tutto ritorna alla
considerazione primaria, cioè alla mente. La mente è la cosa più importante. Se
non hai una mente forte per resistere a tutto non ce la fai. Ti manca ogni
spirito combattivo. Ma da dove ha origine questa forza mentale? Forse dal
desiderio di libertà, ma non è proprio certo che venga di lì. Se non riescono a
distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti. Non mi
stroncheranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese
mi stanno nel cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il
desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna".
7 ottobre 2016
Un Grande di tutti i tempi: San Pio V
San
Pio V è il papa della Controriforma, della battaglia di Lepanto, del catechismo
romano, del breviario romano riformato e del messale romano. Fu lui, l’11
aprile 1567, a conferire il titolo di dottore della Chiesa a San Tommaso
d’Aquino. Nel 1568, lo stesso titolo fu attribuito anche a quattro Padri della
Chiesa d’Oriente: Sant’Atanasio, San Basilio Magno, San Giovanni Crisostomo e
San Gregorio Nazianzeno.
La
sua elezione fece tremare la Curia romana e non soltanto quella. Serietà e
inflessibilità furono immediatamente applicate: niente festeggiamenti e
banchetti per solennizzare l’elezione pontificia. Cercò, con ogni mezzo, di
migliorare i costumi della gente, emettendo bolle, punendo l’accattonaggio,
vietando le dissolutezze, cacciando da Roma le prostitute, condannando
profanatori e bestemmiatori. Ridusse il costo della corte papale e rafforzò gli
strumenti per combattere l’eresia e il Protestantesimo, ben sapendo che la sua
intransigenza e il suo zelo gli avrebbero procurato molti nemici.
Risoluto
e onesto, fu rigido oppositore del nepotismo. Ai numerosi parenti accorsi a
Roma con la speranza di ottenere da lui qualche privilegio e beneficio
economico, Pio V disse che un parente del papa può considerarsi
sufficientemente ricco se non conosce la miseria. Da questi atti si evince la
sua ferma volontà di custodire l’integrità della Fede e di difendere la Chiesa
dagli avversari e dalle eresie.
Non
ebbe paura della violenza musulmana, e preoccupato delle mire geopolitiche dei
turchi promosse la “Lega Santa” dei principi cristiani contro la mezzaluna. Le
forze navali della Lega si scontrarono, il 7 ottobre 1571, con la flotta
ottomana nelle acque al largo di Lepanto, riportando una memorabile vittoria,
ottenuta grazie, soprattutto, alla “crociata di rosari" recitati per
ottenere l’aiuto divino.
Anche
se l'annuncio della vittoria cristiana giungerà a Roma diversi giorni dopo, Pio
V, il giorno stesso della battaglia, ebbe una visione in cui vide cori di
Angeli intorno al trono della Beata Vergine, con in braccio il Bambino Gesù e
in mano la Corona del Rosario. A seguito dell’evento prodigioso, verificatosi a
mezzogiorno, il Papa ordinò che tutte le campane di Roma suonassero a festa, ed
è per questo che da quel giorno, e a quell’ora, viene recitato l’Angelus. Il 7
ottobre fu invece celebrato con l’istituzione della festa di “Santa Maria della
Vittoria”, successivamente variata in festa della “Beata Vergine del Santissimo
Rosario”.
San
Pio V non cercò mai, nella sua vita, altri interessi che quelli del Regno di
Dio, e prima di spirare disse ai cardinali radunati intorno al suo letto: «Vi
raccomando la santa Chiesa, che ho tanto amato. Cercate di eleggere un
successore zelante, che cerchi soltanto la gloria del Signore, che non abbia
altri interessi quaggiù che l’onore della Sede Apostolica e il bene della
cristianità».
3 settembre 2016
24 giugno 2016
Le frasi scomode di Gesù Cristo
«Non date le cose sante ai cani e
non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le
loro zampe e poi si voltino per sbranarvi». (Matteo VII, 6)
«Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna,
la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace
ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre
parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai
vostri piedi». (Matteo X, 12-14)
«Chi dunque mi riconoscerà davanti
agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi
invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al
Padre mio che è nei cieli». (Matteo X, 32-33)
«Non crediate che io sia venuto a
portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace, ma la spada.
Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la
nuora dalla suocera, e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa».
(Matteo X, 34-36)
«Chi ama il padre o la madre più di
me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di
me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà
trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia,
la troverà». (Matteo X, 37-39)
«Chi non è con me è contro di me, e chi non
raccoglie con me disperde». (Matteo XII, 30)
«Il regno dei cieli è simile ad un
re che diede un banchetto di nozze per suo figlio, e mandò i suoi servi a chiamare
quelli che aveva invitati alle nozze, ma essi non volevano venire … altri anzi,
presi i servi, li oltraggiarono e li uccisero. Il re, udito ciò, si adirò e
mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare le loro città».
(Matteo XXII, 2-3, 6-7)
«Andate in tutto il mondo e
predicate l’Evangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo; chi non crederà sarà condannato». (Marco XVI, 15-16)
«Chi ascolta voi ascolta me; chi disprezza voi
disprezza me; e chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato». (Luca X,
16)
«Pensate che sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la
divisione. D’ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre
contro due e due contro tre: padre contro figlio e figlio contro padre, madre
contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro
suocera». (Luca XII, 51-53)
«Chi crede in Lui non è condannato; mentre chi non
crede è già condannato perché non crede nel nome del Figlio di Dio». (Giovanni
III, 18)
«Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non
obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui».
(Giovanni III, 36)
«Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo
ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a
Colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è
passato dalla morte alla vita». (Giovanni V, 23-24)
«Questa infatti è la volontà del Padre mio, che
chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò
nell'ultimo giorno». (Giovanni VI, 40)
«In verità in verità vi dico: chi crede ha la vita
eterna». (Giovanni VI, 47)
«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non
camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Giovanni VIII, 12)
«Se Dio fosse vostro Padre, certo mi
amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma
lui mi ha mandato». (Giovanni VIII, 42)
«In verità, in verità vi dico: se uno osserva la
mia parola, non vedrà mai la morte». (Giovanni VIII, 51)
«Io sono la porta: se uno entra attraverso di me,
sarà salvo». (Giovanni X, 9)
«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in
me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno». (Giovanni
XI, 25-26)
«Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che
mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono
venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se
qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non
sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e
non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo
condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che
mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare». (Giovanni XII, 44-49)
«Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene
al Padre, se non per mezzo di me». (Giovanni XIV, 6)
«Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io
in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non
rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono
e lo gettano nel fuoco e lo bruciano». (Giovanni XV, 5-6).
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