NULLA VERITAS SINE TRADITIONE


14 aprile 2018

Il mistero dei Baschi. Alle origini della civiltà occidentale



I Baschi sono un caso unico nel nostro continente. Ormai confinati in una piccola area geografica a cavallo dei Pirenei, sembrano aver conservato intatto il proprio patrimonio genetico e i propri costumi.
Ma qual è la loro origine? Da dove provengono questi abitanti delle montagne pirenaiche e cantabriche, che parlano una lingua in apparenza senza parentela con quelle conosciute in Occidente? Quale mistero si cela dietro alla loro inesausta sete di indipendenza?
Charpentier ricostruisce la loro lunga e suggestiva vicenda, in un viaggio che dalla preistoria arriva fino a oggi, attraverso racconti tradizionali, l'archeologia, l'antropologia e gli studi ematologici. La sorprendente conclusione è che i Baschi possono essere gli eredi diretti dell'uomo di Cro-Magnon. Si determina così uno stretto legame fra essi e i pelasgi, i berberi, i guanci e gli egiziani dell'epoca prefaraonica, tutti popoli che appartengono a questa tipologia di uomo preistorico.
La loro civiltà ci ha lasciato meravigliose pitture rupestri, i monumenti megalitici e probabilmente anche l'allevamento e l'agricoltura; proprio per questo uno studio approfondito, anche al di fuori dei criteri utilizzati da studiosi e accademici, può servire a far luce su tutta la civiltà occidentale.
E del resto, addentrandosi nei labirinti della storia basca e nella sua mitologia, potrebbe anche capitare di trovare una conferma dell'esistenza di quell'isola di Atlantide di cui raccontava Platone.
Chi erano allora questi Baschi? Un popolo strano, in verità, che occupava la costa atlantica dai monti Cantabrici fino a Bordeaux e ai Pirenei da Tarbes a Hendaye e che non somigliava per niente agli altri popoli, né nell'aspetto né nei costumi. Un popolo di coltivatori, allevatori e marinai che, attraverso le guerre e le invasioni, aveva accanitamente conservato la propria indipendenza; un popolo che parlava una lingua senza nessuna parentela con quelle conosciute in Occidente e la cui origine sfuggiva alla storia, ma non alle leggende.
La questione dell'origine dei Baschi ha incuriosito un gran numero di persone, tra cui alcune molto colte...
Chi era dunque questo popolo, stanziato sulle montagne dei Pirenei occidentali e sui loro prolungamenti cantabrici?
Chi era questo popolo che né celti, né romani, né visigoti, né franchi, né mori riuscirono mai a colonizzare, che possedeva una rara abilità nei giochi, che ballava delle danze sorprendenti e costituiva quello che adesso gli archeologi chiamano l'isola relittuale basca ed è classificato, in mancanza di denominazione più appropriata, nel tipo archeomediterraneo?
In qualche modo costretti, i celti li avevano evitati e aggirati nel loro viaggio verso la Galizia. I romani, benché molto curiosi dei popoli che li circondavano, non riuscivano a identificarli chiaramente e li consideravano, a quel che sembra, come una varietà di Iberi.
Giuseppe Flavio, nelle sue "Antichità giudaiche" (ma per lui l'unica fonte era la Bibbia), attribuisce il nome di iberici ai discendenti di Tubal o Tobel, nipote di Noè.
Tolomeo, che ne segue le indicazioni, chiama gli iberici tubaliani. Questo crea qualche difficoltà perché ci sono altri iberici nel Caucaso, tra il Mar Nero e il Mar Caspio...
Quando il cristianesimo si affermò, fu necessario ricollegare i Baschi alle origini bibliche dell'umanità. Si costruirono delle leggende sulla base della Bibbia o altre più antiche vennero adattate alla dottrina cristiana.
Una di queste leggende racconta che un giorno Tubal, figlio di Iafet e nipote di Noè, mentre attraversava in barca il mar Mediterraneo, da oriente verso occidente, fu spinto nelle acque misteriose di un rio (che da allora fu l'Ebro) e, risalendo la corrente, raggiunse Varea. La bellezza del paese meravigliò i marinai e la terra li ammaliò. Alcuni vi si fermarono per stabilirvisi (si trattava della regione della bassa Rioja), altri si spinsero oltre e proseguirono il loro cammino fino ai Monti Cantabrici (unione del basco "Kant", dopo, e "Abre" o "Ebre", quindi vicino all'Ebro).
Era forse un'antichissima leggenda sullo sbarco, rimaneggiata secondo il gusto dell'epoca? È impossibile essere categorici; possiamo solo notare che esisteva anche in Galizia (dove i bascoidi hanno lasciato delle tracce) una leggenda sullo sbarco di Noè dopo il diluvio e, a partire da quella, "si rimaneggiò" la leggenda cristiana di Santiago.
Vi fu, dopo il cataclisma che i cristiani chiamano diluvio, uno sbarco di persone cacciate dalle loro terre? Non è un'ipotesi impossibile...
Roderico di Toledo (libro I, capitolo 3), da parte sua, è categorico e informato: «si concorda anche sul fatto che la Spagna abbia portato, nei primi tempi, il nome di Setubalia, che non è altro che l'unione di tre parole "sein", "tubal", "ria" o "Iia", che nell'antica lingua basca significano alla lettera: paese della discendenza di Tubal...».


Quasi tutte le teorie formulate in quel periodo menzionano una "venuta" dei Baschi dai paesi del Vicino Oriente, come se fosse stato inconcepibile che essi si trovassero là da tempi immemorabili.
Numerose ricerche sull'origine dei Baschi si sono basate sull' "euskara", la lingua basca. In essa sono state trovate - e del resto non potrebbe essere altrimenti - numerose radici simili a quelle di altri idiomi, anche tra i più lontani. Delle radici identiche si trovano sempre, con un po' di buona volontà. Sono state così rintracciate delle affinità tra la lingua basca, le lingue altaiche, i dialetti eschimesi, quelli degli indiani d'America, del nord o del sud ecc...
Le radici comuni che erano state trovate si sono "dissolte" all'esame dei fatti e la maggior parte di quelle che ancora resistono (senza garanzie) sono in numero insufficiente per essere convincenti. D'altronde, anche se fossero sufficienti non potrebbero costituire una prova. Ci sono più parole celtiche, francesi, latine e spagnole nella lingua basca e più termini baschi nella lingua francese di quanto i francesi non immaginino generalmente, ma non per questo i Baschi sono celti, romani, spagnoli o francesi.
Sarà forse per avere la "coscienza pulita" che i discendenti dei celti, dei romani, dei franchi e dei visigoti, invasori di terre abitate, insistono per far riconoscere che dopo tutto, visto che gli abitanti di queste terre erano essi stessi degli invasori, defraudarli non significava altro che ristabilire la giustizia?
Tra le teorie delle invasioni, quella più seducente e, diciamolo, l'unica che potrebbe avere una parvenza di serietà nelle sue discordanze con le coordinate attuali della scienza dell'uomo, sarebbe la teoria dell'origine atlantidica del popolo basco (e di qualche altro), su cui sfortunatamente, finché Atlantide non sarà scoperta, sulla terra o sotto le acque atlantiche, si potrà solo fantasticare. Questo, però, non dà il diritto di rifiutarne la possibilità. Eppure, l'origine del ceppo è proprio là, in terra basca.